Fede e soccorso della Vergine nelle opere di Felice Bodei
Il santuario della Beata Vergine di Rio Secco, patrona dei carbonai della provincia di Brescia, per la sua ubicazione richiama veramente la storia delle gente di montagna, ed in particolare quella di Capovalle.
È la storia dei montanari abituati al duro lavoro, a contatto con le difficoltà e con le risorse offerte dai boschi. E' pure la storia di valori vissuti e rispettati, irrobustiti dal vivere in un ambiente poetico, ma pure severo, dove la fede ha avuto nell'animo delle persone un posto privilegiato.
Il ritrovamento di un'immagine della Vergine da parte di un gruppo di boscaioli, richiamati da una forte luce in un anno imprecisato (il quadro ora venerato è attribuito al pittore Pietro Marone che l'avrebbe eseguito nei primi anni del 1600) segna l'inizio di una devozione feconda e sincera.
La Vergine, vista come 'avvocata' vicino a Dio, alla quale ricorrere nei momenti difficili per chiedere aiuto e comprensione, come alla mamma per eccellenza, ha richiamato nel corso di molti anni tanti fedeli, accorsi sul luogo del ritrovamento della sua immagine.
Le preghiere ed il ricorrere a Lei per necessità hanno tessuto un florilegio di grazie ricevute e di donazioni per costruire una chiesa che fosse degna della Vergine invocata.
Cosi, con molti impegni, già ampiamente documentati, è sorto il Santuario di Rio Secco, ideato nel 1905 con un progetto eclettico che riprende schemi architettonici tipici della tradizione più antica, romanica con richiami gotici, assecondando una tendenza coltivata in quegli anni di approntare costruzioni che richiamassero uno stile precedente, vale a dire una visione 'storicistica'. Dall'idea all'inaugurazione nel 1928 è stato tutto un convergere di generosità.
Accanto alle vicende edilizie c'è però la vicenda spirituale che corre nel tempo e che continua. E' il legame tra la popolazione di queste montagne e la Vergine, è questo accorrere a Lei con fiducia che caratterizzano la storia del Santuario mariano di Rio Secco. Così si tramandano memorie di interventi miracolosi ottenuti da chi l'ha invocata e, nel più profondo dei cuori, una fiducia espressa con timbri personali, non necessariamente espressi in toni trionfalistici, lontani dall'essenzialità dell'animo montanaro.
La posa nel Santuario di quattro opere pittoriche realizzate, per munifica iniziativa di due devote sorelle, dal pittore Felice Bodei, diventa l'occasione per alcune brevi riflessioni. Nei quadri sono proprio richiamate le due storie parallele legate a questo Santuario: quella del progressivo consolidamento della devozione mariana nella popolazione di Capovalle, irrobustita da parecchi fatti miracolosi e quella della costruzione della chiesa.
Il pittore riprende due interventi miracolosi, richiamando la fertile tradizione degli 'ex-voto', accompagnati dalla scena del ritrovamento nel bosco della immagine della Vergine e da quella dell'inaugurazione della chiesa, sorta grazie ad un grande concorso di donazioni ed all'incessante impulso di Don Gaudenzio Squaratti.
Ad un'attenta valutazione la pittura di Felice Bodei si affianca perfettamente alla storia del Santuario della Madonna di Rio Secco ed al flusso devozionale attivo da secoli.
La Vergine per manifestare la sua materna e misericordiosa presenza agli abitanti di Capovalle e delle montagne vicine ha scelto uno splendido ed appartato bosco, denso di faggi secolari.
Questa scelta se da un lato richiama il valore del bosco, 'cuore' indispensabile dell'economia montana al tempo del miracoloso evento, dall'altro ne sottolinea tutta la poeticità nel convergere, in una sintesi densa di suggestioni, delle articolate geometrie delle piante e delle infinite sfumature dei colori che compongono un ambiente carico anche di valenze spirituali.
Felice Bodei nel suo lungo, impegnato e creativo percorso artistico ha colto in molte opere il fascino emanato dai boschi. Dalla tavolozza dei colori composti dalla natura con i multiformi aspetti delle piante nel loro abbracciare chi le osserva e con lo svelare, quasi con tenerezza, il loro essere, la tavolozza dell'artista è stata arricchita da forti emozioni comunicate poi con maestria nelle composizioni, nelle quali l'intreccio del bosco ed il rincorrersi dei richiami delle tonalità dei colori sono dominanti. Così, questo omaggio artistico alla Madonna di Rio Secco, si cala perfettamente nella profonda devozione che da secoli sale verso la Vergine dagli animi dei molti fedeli che a Lei si rivolgono. Naturalmente questo 'affiancarsi' si concretizza per le indubbie qualità pittoriche espresse e per l'intensità dell'animo che le ha prodotte.
C'è in queste opere di Felice Bodei un evidente connubio tra una tradizione storica ed artistica tramandata ed una interpretazione personalissima ed autentica specialmente nell'uso delle diverse sfumature dei colori che producono una delicata 'preghiera in arte'.
La tecnica usata, olio su tavola, richiama la migliore tradizione pittorica bresciana, quella rinascimentale che ha ornato con superbe "tavole' chiese e palazzi, diventata una vera 'scuola' che ancora 'parla' con grandi valori compositivi e cromatici.
Su questa robusta 'pianta artistica' Bodei innesta la lezione della pittura del paesaggio, tipica dell'arte lombarda dell' '800 e di buona parte del '900, che coglie il 'gran teatro' della natura nei suoi diversi aspetti e nelle sue infinite sfumature coloristiche.
Per concludere, è assai importante che il pennello e l'ingegno di un artista 'moderno' abbiano affrontato tematiche "di fede', arricchendo così il Santuario con un nuovo tassello di pregio.
Alfredo Bonomi