La tradizione e la storia
Nella prima metà del XVII secolo alcuni montanari carbonai videro un grande splendore circondare la roccia di Rio Secco. Meravigliati, accorsero verso quel luogo, ove videro tra gli abeti e sopra un muretto, mai osservato prima, un grazioso dipinto raffigurante la Vergine con uno sguardo particolarmente dolce e maestoso.
I montanari recarono alla popolazione la lieta novella, tanto che la gente accorse da ogni parte riconoscendone la prodigiosa apparizione. Per proteggere l’immagine, sopra la ispida roccia di Rio Secco, sorse una cappelletta.
Di anno in anno cresceva la folla dei devoti affluenti dai vicini paesi, soprattutto dalla limitrofa Valvestino, che venivano ad onorare la Madonna di Rio Secco. Il popolo decise dunque di edificare in quel luogo una chiesa, dove potercelebrare la Santa Messa e gli uffici divini in onore della Vergine.
Si discusse dapprima circa il luogo più opportuno ove innalzare il tempio e, sembrando troppo angusto il luogo dell’apparizione, si stabilì di fabbricare la chiesa a circa due km di distanza da Capovalle, in un luogo e in uno spazio più aperto.
Iniziarono i lavori scavando la fossa per le fondamenta ma, il secondo giorno di buon mattino, giunti i muratori al cantiere ebbero una grossa sorpresa, vedendo spianata la fossa e spariti tutti i materiali e gli attrezzi preparati il giorno prima. La perplessità relativa all’accaduto lasciò spazio allo stupore quando trovarono tutto il materiale scomparso in ordine sulla rupe di Rio Secco vicino alla Cappella. Gli uomini, dunque, ripresero il materiale e senza pensare ad altro lo riportarono nel luogo dove si era stabilito di costruire la chiesa, impiegando così tutta la giornata.
A sera gli uomini tornarono al paese con l’intenzione di dare inizio ai lavori il mattino seguente.
Il giorno successivo, all’alba, i muratori e una folla di popolo tornò sul luogo del lavoro.
Ma nuovamente il materiale era sparito e il tutto fu ritrovato nuovamente di fianco alla Cappella di Rio Secco. Fu dunque chiaro a tutti che tutto ciò non poteva essere opera dell’uomo, ma bensì di forze superiori.
La Madonna Santissima, voleva che il suo tempio sorgesse nel luogo dove era apparsa la sua immagine. Sorse così un piccolo tempio per rendere omaggio alla Madonna.
All’inizio del 1906 si decise, sotto la direzione e grazie alla passione di don Gaudenzio Squaratti, di ampliare il Santuario e di abbellirlo[1].
La cappella primitiva eretta corrisponde al presbiterio e al coro delle più ampia chiesa attuale, ornata da stucchi barocchi secondo lo stile dell’epoca[2].
Il nuovo Santuario, abbellito anche dagli affreschi di G. Mozzoni, fu inaugurato il 15 Agosto 1928[3].
Numerosi sono i miracoli che la pietà popolare ha attribuito alla Madonna di Rio Secco, tra cui la guarigione di tutto il bestiame di una malga e sciagure evitate: gli innumerevoli ex voto (disposti sulle pareti interne del santuario) testimoniano la devozione e la gratitudine espresso alla Vergine nel corso degli anni.
Fino al secolo scorso era particolarmente suggestiva la processione che ogni anno si teneva dalla parrocchiale di Capovalle sino al Santuario, segnata da un susseguirsi di gesti carichi di significato per i devoti[4].
[1]Il materiale circa la storia del Santuario è tratto da G. BERTINI, Cenni Storici sul santuario della B.V. di Rio Secco nella parrocchia di Hano, Tipografia Centrale, Brescia 1907.
[2]P. GUERRINI, Santuari Chiese Conventi II, Edizioni Del Moretto, Brescia 1986, p. 359.
[3]A. FAPPANI (a cura), Enciclopedia Bresciana, Ed. La Voce del Popolo, Brescia 1978, vol.II, p. 75.
[4] U. VAGLIA, Curiosità e leggende Valsabbine, Ed. Valsabbine, Sabbio Chiese, 1947, pp. 107-108